Visualizzazione post con etichetta Owen Wilson. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Owen Wilson. Mostra tutti i post

giovedì 12 luglio 2012

Midnight in Paris









Un film di Woody Allen
Con Owen Wilson, Rachel McAdams, Adrien Brody, Marion Cotillard, Katy Bates
Genere: Commedia
Durata: 94 minuti
Sceneggiatura: Woody Allen
Produzione: Letty Aronson, Stephen Tenenbaum, Jaume Roures, Helen Robi, Eva Garrido
Produttore esecutivo: Javier Méndez, Jack Rollins
Casa di produzione: Mediapro, Versàtil Cinema, Gravier Productions, Pontchartrain Productions
Fotografia: Darius Khondji
Scenografia: Anne Seibel
Costumi: Sonia Grande
Usa, Spagna 2011


di Chiara Roggino




La realtà è che la nostalgia significa negazione. La negazione di un presente doloroso (…) Il nome di questa teoria è ‘l’idea del periodo d’oro’. Un concetto sbagliato secondo cui se vivessimo in un diverso periodo sarebbe meglio dell’attuale. E’ il fallimento di un’immaginazione romantica delle persone che faticano ad affrontare il presente”. Al “pedante” Paul, pseudo intellettuale da quattro soldi, è sufficiente un breve giro di parole per catalogare la ‘patologia’ del sognatore Gil Pender. La diagnosi non si allontana troppo dalla realtà. Gil si trova a Parigi insieme alla fidanzata Inez e ai futuri suoceri, in trasferta nella capitale francese per motivi di lavoro. Il giovane Pender è alle prese con il suo primo romanzo. Le parole, ahimé, non prendono il volo e Gil non nega una certa fatica perché “è uno sceneggiatore di Hollywood e finora non ha mai scritto vera letteratura”. Cosa domandare di più? Per il neo romanziere in cerca d’ispirazione galeotti saranno Parigi e la sua “festa mobile”. Nella miglior tradizione della fiaba secondo Allen, ai dodici rintocchi della mezzanotte gli orologi impazzano: una mano invisibile arretra di un secolo le lancette dell’orologio, scaraventando l’incredulo Gil nel vortice di una scatenata Parigi anni Venti. Il goffo sceneggiatore, baciato da un miracoloso “Cinderella’s touch”, si troverà a tu per tu con i suoi idoli artistici e letterari: i coniugi Fitzgerald, un Hemingway baffuto e tenebroso, Gertrude Stein, Pablo Picasso, Salvador Dalì. I fantasmi del passato, mai così reali, saranno per Gil autentici maestri di vita, creativa e amorosa.
Era dai tempi de “La rosa purpurea del Cairo”che attendevamo il ritorno di un Allen alla larga da intellettualismi e fobie, maestro di pura e incontaminata leggerezza. “Midnight in Paris”solletica la gola dello spettatore tale a una cascata di bollicine di champagne, delicate e frizzanti. Andando per il sottile potremmo tacciare il vecchio Woody per eccesso di ingombranza autoriale (quando il protagonista si fa alterego-sostituto dell’autore in carne ed ossa). Inizialmente sarà forse difficile scindere il personaggio Gil Pender da un Allen assente ma sempre manifesto. Tuttavia, col passar del tempo, ci lasceremo portare per mano, concedendo piena fiducia a Owen Wilson. Fra tenere perplessità, occhi sgranati e un romanticismo d’altri tempi, l’attore feticcio di Wes Anderson (da “Un colpo da dilettanti” a “Il treno per Darjeeling”) è indiscutibile talento di performer, un cocktail ben temperato di misura e istrionismo.
Lungi dallo strafare, Wilson tratteggia una recitazione di teneri sbigottimenti e concitati entusiasmi per cui ogni emozione saprà l’incarnato della vita vera, così come è davvero vissuta.
Se potessi scegliere, in quale epoca vorresti vivere?”. Ci sarà capitato, prima o poi: trovarci nel mezzo di un comunissimo gioco per un periodo ipotetico dell’irrealtà. Un umano e concreto dolere è retroterra alla fiaba intessuta da Allen. Ognuno di noi è in qualche modo incapace di vivere il presente, frastornato dalle montagne russe di una quotidianità proiettata in un incerto avvenire. Più comodo è rifugiarsi in un passato risaputo e meglio decifrabile. Imprescindibile dall’uomo, in ogni tempo, lo sforzo di calarsi nell’oggi per trarne creatività e bellezza.
Adriana, se resti qui diventerà il tuo presente e prima o poi inizierai a sognare un’altra epoca, sai, la vera età dell’oro. Ma è il presente! E’ un po’ insoddisfacente perché la vita è un po’ insoddisfacente. (…) Se mai vorrò scrivere qualcosa di valido dovrò sbarazzarmi delle mie illusioni. Pensarmi più felice nel passato ne fa sicuramente parte”.