Un film di Martin Scorsese
Con Griffin Dunne, Rosanna Arquette, Linda Fiorentino, Verna Bloom, Teri Garr, Will Patton
Genere: thriller/commedia grottesca
Durata: 96 min.
Soggetto: Joseph Minion
Sceneggiatura: Joseph Minion
Fotografia: Michael Ballhaus
Montaggio: Thelma Shoonmaker
Musiche: Howard Shore
Scenografia: Jeffrey Thownsend
Usa 1985
di Chiara Roggino
Gangsters. New York. De Niro. L'onnipresente tappeto sonoro targato
Rolling Stones. Questi i soggetti che solitamente associamo al cinema di
Martin Scorsese. Ma, per parafrasare le parole del proprietario di un
bar a tarda notte, 'fuori orario' tutto è concesso, tutto è diverso.
Molto diverso. D'altra parte, in quante altre opere seminali di Scorsese
il protagonista viene braccato da una donna alla guida di un furgone
gelati? Se After Hours debutta in un periodo di profonda crisi
professionale, la pellicola sarà successivamente rivalutata dal regista
'come una rinascita'. Dopo il primo tentativo di adattare il romanzo di
Nikos Kazantzakis per L'ultima tentazione di Cristo, la produzione
verrà bruscamente interrotta per problemi di bilancio e numerose
proteste da parte di fondamentalisti cristiani. Scorsese decide così di
mettersi alla prova riscoprendo le sue radici indipendenti. Trampolino
di lancio per il ringiovanimento artistico dell'autore, una
sceneggiatura originale scritta da Joe Minion per un corso di cinema
alla Columbia tenuto dal regista jugoslavo Dusan Makavejev.
After Hours: film circolare a basso budget, commedia kafkiana incentrata
sui pericoli corsi nell'arco di una notte da un informatico newyorkese
che vuole disperatamente far ritorno a casa in seguito a uno sfortunato
appuntamento galante in quel di Soho. Paul Hackett (Griffin Dunne), un
nuovo giorno di estenuante monotonia lavorativa alla spalle, incontra
Marcy (Rosanna Arquette) in un bar del luogo. Attratti l'un l'altra da
una comune condivisione intellettuale (per Henry Miller e Tropico del
Cancro), Paul fingerà interesse per la collezione di fermacarte in gesso
a forma di panini al formaggio realizzati dall'artista dark Kiki (Linda
Fiorentino), compagna di stanza di Marcy, al fine di procurarsi il
numero di telefono della ragazza. Paul è invitato nel suo loft a Soho.
Inizia così la discesa agli inferi. Primo scontro del protagonista con
gli imprevisti in notturna: l'uomo assiste impotente all'involata dei
suoi venti dollari dalla finestra di un taxi in corsa. L'incontro con
Marcy si rivelerà via via sempre più eccentrico e il giovane Hackett
vorrebbe solo ritornare nei suoi appartamenti. Ma un nuovo sfortunato
inconveniente gli impedisce di uscire dal quartiere: non ha monete a
sufficienza per coprire l'aumento della tariffa metropolitana.
Seguiranno successivamente nuovi ostacoli: scambiato per un ladro
seriale, inseguito da una folla feroce, indurrà al suicidio per essere
successivamente testimone di un omicidio, farà fatica a recuperare le
chiavi di casa da un barista in crisi. Ma questa è solo la metà dei suoi
problemi.
Nonostante le estreme eccentricità insite nello script di Minion, la
regia di Scorsese riesce a portare avanti un percorso di narratività
realistica. Lo stato emotivo di Paul, fisicamente e psicologicamente
provato da fatica e paranoie, lo condurrà a un atteggiamento-visione
del mondo monomaniacale in un crescendo di eccitazione nervosa e
frenetica mescolate insieme. Escludendo l'incipit e la chiusura di
pellicola (per un lungo piano sequenza ad invadere i titoli di coda),
Fuori orario è girato prevalentemente in notturna, in esterni, a Soho. I
ritmi della città immersa nel buio ( amplificati da un tictac
meccanico, tormentone dell'intero film) risultano congegnali ad
amplificare, accentuandole, le stranezze di Soho, i pericoli del
quartiere e la scarsa familiarità di Paul con l'ambiente che lo
circonda.
Come l'introspezione crepuscolare bergmaniana scatenerà sinistre
atmosfere ad avvolgere Max Von Sydow e Liv Ullmann ne L'ora del lupo
(1968), così il favore delle tenebre sembra cospirare contro Paul
Hackett. After Hours si inserisce a diritto nel regno esistenzialista
dell'assurdo.
Numerose affinità avvicinano il film di Scorsese a un'altra opera
importante: L'angelo sterminatore di Luis Buñuel (1962). Nel film i
protagonisti non sono in grado di uscire da un salotto borghese in cui
sono penetrati nel corso della notte. Non vi è alcun motivo razionale
per spiegare il perché non possano uscire, ma, nonostante gli sforzi, il
gruppo non riuscirà a valicare i locali della dimora maledetta.
Il tragitto-percorso esistenziale di Paul sotto la pioggia battente di
Soho, strade illuminate da rari lampioni, è costellato da incontri
stravaganti: donne minacciose, al limite dell'isteria.
Per alcuni critici questo particolare aspetto potrebbe rappresentare una
vena misogina all'interno del film. E nonostante tutto, quasi tutte le
donne di Fuori orario inizialmente provano ad aiutare Paul in slanci
umani di apparente genuino altruismo.
In seguito alle precedenti autopsie di alienazioni metropolitane (vedi
Taxi Driver, 1976), Scorsese tratteggia a tinte forti una lurida Soho,
claustrofobico paesaggio capace di suscitare nel protagonista intime
ansie e paure. Queste peculiarità si manifestano in ripetuti solleciti,
durante il corso dell'intera pellicola. L'ansia e la fobia di Paul nei
confronti del fuoco, evidenziata in un repentino ricordo d'infanzia a
coinvolgere un reparto ustioni, esasperata tramite la sua reazione
schizzinosa nel ritrovare nella borsetta di Marcy una pomata per
scottature di secondo grado.
Nonostante l'oscurità visiva e metaforica contenuta al suo interno,
After Hours è un film d'umorismo noir tutto da godere coadiuvato
dall'ottima prova d'attore di Griffin Dunne. L'ex direttore della
fotografia Michael Ballhaus Fassbinder conferisce al film un'estetica
noir a tinte forti, quasi chiazze di petrolio si imprimessero sul grande
schermo. Dal canto loro, Scorsese e la montatrice d'antica data Thelma
Schoonmaker garantiscono a Fuori orario un ritmo sostenuto.
Alla sua uscita nelle sale, la pellicola dividerà il pubblico per
divenire successivamente un solido successo di critica. Scorsese otterrà
l'ambito premio per la miglior regia al Festival di Cannes. Sicuramente
un capolavoro sottovalutato per uno dei migliori film anni Ottanta.