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venerdì 10 agosto 2012

Fuori orario




Un film di Martin Scorsese
Con Griffin Dunne, Rosanna Arquette, Linda Fiorentino, Verna Bloom, Teri Garr, Will Patton
Genere: thriller/commedia grottesca
Durata: 96 min.
Soggetto: Joseph Minion
Sceneggiatura: Joseph Minion
Fotografia: Michael Ballhaus
Montaggio: Thelma Shoonmaker
Musiche: Howard Shore
Scenografia: Jeffrey Thownsend
Usa 1985 


di Chiara Roggino


Gangsters. New York. De Niro. L'onnipresente tappeto sonoro targato Rolling Stones. Questi i soggetti che solitamente associamo al cinema di Martin Scorsese. Ma, per parafrasare le parole del proprietario di un bar a tarda notte, 'fuori orario' tutto è concesso, tutto è diverso. Molto diverso. D'altra parte, in quante altre opere seminali di Scorsese il protagonista viene braccato da una donna alla guida di un furgone gelati? Se After Hours debutta in un periodo di profonda crisi professionale, la pellicola sarà successivamente rivalutata dal regista 'come una rinascita'. Dopo il primo tentativo di adattare il romanzo di Nikos Kazantzakis per L'ultima tentazione di Cristo, la produzione verrà bruscamente interrotta per problemi di bilancio e numerose proteste da parte di fondamentalisti cristiani. Scorsese decide così di mettersi alla prova riscoprendo le sue radici indipendenti. Trampolino di lancio per il ringiovanimento artistico dell'autore, una sceneggiatura originale scritta da Joe Minion per un corso di cinema alla Columbia tenuto dal regista jugoslavo Dusan Makavejev. After Hours: film circolare a basso budget, commedia kafkiana incentrata sui pericoli corsi nell'arco di una notte da un informatico newyorkese che vuole disperatamente far ritorno a casa in seguito a uno sfortunato appuntamento galante in quel di Soho. Paul Hackett (Griffin Dunne), un nuovo giorno di estenuante monotonia lavorativa alla spalle, incontra Marcy (Rosanna Arquette) in un bar del luogo. Attratti l'un l'altra da una comune condivisione intellettuale (per Henry Miller e Tropico del Cancro), Paul fingerà interesse per la collezione di fermacarte in gesso a forma di panini al formaggio realizzati dall'artista dark Kiki (Linda Fiorentino), compagna di stanza di Marcy, al fine di procurarsi il numero di telefono della ragazza. Paul è invitato nel suo loft a Soho. Inizia così la discesa agli inferi. Primo scontro del protagonista con gli imprevisti in notturna: l'uomo assiste impotente all'involata dei suoi venti dollari dalla finestra di un taxi in corsa. L'incontro con Marcy si rivelerà via via sempre più eccentrico e il giovane Hackett vorrebbe solo ritornare nei suoi appartamenti. Ma un nuovo sfortunato inconveniente gli impedisce di uscire dal quartiere: non ha monete a sufficienza per coprire l'aumento della tariffa metropolitana. Seguiranno successivamente nuovi ostacoli: scambiato per un ladro seriale, inseguito da una folla feroce, indurrà al suicidio per essere successivamente testimone di un omicidio, farà fatica a recuperare le chiavi di casa da un barista in crisi. Ma questa è solo la metà dei suoi problemi. Nonostante le estreme eccentricità insite nello script di Minion, la regia di Scorsese riesce a portare avanti un percorso di narratività realistica. Lo stato emotivo di Paul, fisicamente e psicologicamente provato da fatica e paranoie, lo condurrà a un atteggiamento-visione del mondo monomaniacale in un crescendo di eccitazione nervosa e frenetica mescolate insieme. Escludendo l'incipit e la chiusura di pellicola (per un lungo piano sequenza ad invadere i titoli di coda), Fuori orario è girato prevalentemente in notturna, in esterni, a Soho. I ritmi della città immersa nel buio ( amplificati da un tictac meccanico, tormentone dell'intero film) risultano congegnali ad amplificare, accentuandole, le stranezze di Soho, i pericoli del quartiere e la scarsa familiarità di Paul con l'ambiente che lo circonda. Come l'introspezione crepuscolare bergmaniana scatenerà sinistre atmosfere ad avvolgere Max Von Sydow e Liv Ullmann ne L'ora del lupo (1968), così il favore delle tenebre sembra cospirare contro Paul Hackett. After Hours si inserisce a diritto nel regno esistenzialista dell'assurdo. Numerose affinità avvicinano il film di Scorsese a un'altra opera importante: L'angelo sterminatore di Luis Buñuel (1962). Nel film i protagonisti non sono in grado di uscire da un salotto borghese in cui sono penetrati nel corso della notte. Non vi è alcun motivo razionale per spiegare il perché non possano uscire, ma, nonostante gli sforzi, il gruppo non riuscirà a valicare i locali della dimora maledetta. Il tragitto-percorso esistenziale di Paul sotto la pioggia battente di Soho, strade illuminate da rari lampioni, è costellato da incontri stravaganti: donne minacciose, al limite dell'isteria. Per alcuni critici questo particolare aspetto potrebbe rappresentare una vena misogina all'interno del film. E nonostante tutto, quasi tutte le donne di Fuori orario inizialmente provano ad aiutare Paul in slanci umani di apparente genuino altruismo. In seguito alle precedenti autopsie di alienazioni metropolitane (vedi Taxi Driver, 1976), Scorsese tratteggia a tinte forti una lurida Soho, claustrofobico paesaggio capace di suscitare nel protagonista intime ansie e paure. Queste peculiarità si manifestano in ripetuti solleciti, durante il corso dell'intera pellicola. L'ansia e la fobia di Paul nei confronti del fuoco, evidenziata in un repentino ricordo d'infanzia a coinvolgere un reparto ustioni, esasperata tramite la sua reazione schizzinosa nel ritrovare nella borsetta di Marcy una pomata per scottature di secondo grado. Nonostante l'oscurità visiva e metaforica contenuta al suo interno, After Hours è un film d'umorismo noir tutto da godere coadiuvato dall'ottima prova d'attore di Griffin Dunne. L'ex direttore della fotografia Michael Ballhaus Fassbinder conferisce al film un'estetica noir a tinte forti, quasi chiazze di petrolio si imprimessero sul grande schermo. Dal canto loro, Scorsese e la montatrice d'antica data Thelma Schoonmaker garantiscono a Fuori orario un ritmo sostenuto. Alla sua uscita nelle sale, la pellicola dividerà il pubblico per divenire successivamente un solido successo di critica. Scorsese otterrà l'ambito premio per la miglior regia al Festival di Cannes. Sicuramente un capolavoro sottovalutato per uno dei migliori film anni Ottanta.