sabato 11 agosto 2012

Là-bas - Educazione criminale





Un film di Guido Lombardi
Con Yssouf Abdou Karer, Moussa Mose Mone, Kader Alassane, Fatima Traore 
Genere: drammatico
Durata: 100 min.
Sceneggiatura: Guido Lombardi
Produttore: Gaetano Di Vaio, Pietro Pizzimento
Produttore esecutivo: Gennaro Fasolino 
Casa di produzione: Eskimo, Figli del Bronx, Minerva pictures, Rai Fiction, Regione Campania
Fotografia: Francesca Amitrano
Montaggio: Annalisa Forgione, Beppe Leonetti 
Scenografia. Maica Rotondo
Costumi: Francesca Balzano 
Italia 2011


di Chiara Roggino 



Due sagome scure riprese di spalle. Pioggia che batte. Un ombrello rosso spalancato sotto le nubi. In alto, il cielo. Davanti, il mare, sconfinato. 
"Non hai mai visto il mare?"
"Solo dall'aereo".
Là-bas di Guido Lombardi prende spunto dalla strage di Castevolturno ( 18 settembre 2008) per narrare la storia-percorso di formazione di Yussouf, immigrato nordafricano, giovane artista in cerca di fortuna per una vita nuova, laggiù, oltre il mare, in Italia: terra di nessuno, immaginifico paese della cuccagna per chi cerca asilo e riscatto economico sociale, isola felice dove ogni desiderio può prendere forma quasi per magia.
Lombardi, internamente al percorso filmico, delinea due spazi-luoghi agli antipodi. La maison des bugies (comunità immigrata che si arrabatta legalmente per il proprio sostentamento) e l'abitazione dello zio di Yussouf, self-made man, pesce piccolo per una microcriminalità che trae profitto dallo spaccio di cocaina.
Alla fotografia Francesca Amitrano opera di cesello sui volti degli attori ( tutti non professionisti): giochi di sguardi, dettagli, micropieghe dei tratti somatici di massa e singoli. Il protagonista verrà spesso ripreso in solitudine: percorso che consente all'autore una dettagliata analisi psicologica del personaggio fra dubbi , ansie, attese, sensi di colpa.
Lombardi non indugia nel mostrare la normalità di un microcosmo per una violenza che non conosce tracce di pietà. Topica la scena della ragazza bianca, corriere di stupefacenti, ormai cadavere per un ovulo di cocaina disfatto nell'organismo. Il regista non dà tregua allo spettatore: nulla è lasciato al fuori campo. Quella che ci viene mostrata è l'immagine di una normale autopsia, intervento di ordinaria quotidianità.
Là-bas, pellicola che rincorre le impronte del gangster movie per farsi contemporaneamente atto di denuncia sociopolitica: nei confronti dell'istituzione camorristica, qui incarnata dal clan dei Casalesi. Yussouf si troverà innanzi a un bivio: sopravvivere vendendo fazzoletti agli angoli della strada, raccogliere pomodori per un radicale sfruttamento di mano d'opera o imboccare la terza via, la più semplice. Guadagno facile per quell'educazione criminale esplicitata dal titolo del film.
Lombardi imposta la sua opera sulla base di un plurilivello linguistico-comunicativo: i personaggi non si esprimeranno tramite idioma italiano. Tutti, camorristi esclusi, parleranno adoperando la loro lingua madre: francese per lo più e inglese.
In seguito alla strage, la scelta etico esistenziale di Yussouf segnerà il ritorno a una vita di legale dignità. Al termine del film il giovane si spoglierà dei propri indumenti, simbolo di appartenenza alla dimensione criminale, per fare ritorno alla maison des bugies. Riaccolto dal gruppo, il corpo fragile ed esposto avvolto dalla bandiera senegalese.








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