Cherchez Hortance
Diari veneziani: 69ª Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia
Un film di Pascal Bonitzer
Con Kristin Scott Thomas,
Isabelle Carré, Claude Rich, Jean-Pierre Bacri
Durata: 110 min.
Sceneggiatura: Pascal
Bonitzer
Fotografia: Romain
Winding
Montaggio: Elise Fievet
Scenografia: Emmanuel De
Chauvigny
Musica: Aleksej Aigi
Produzione: SBS
Productions
Francia 2012
di Chiara Roggino
Prove in corso in teatro. Sulle tavole del palcoscenico si allestisce Il monaco nero
di Anton Čechov. Seduta in prima fila, in platea, una donna discute a
mezza voce con quello che pare essere il suo assistente: Iva, regista,
melodrammatica nella vita e nell'arte. La donna ha un marito, Damien
(Jean-Pierre Bacri), docente universitario di Storia Cinese. Tutte le
mattine il medesimo rituale. L'uomo, il capo poggiato sul guanciale,
spegne la sveglia. Poi allunga il braccio verso l'altra metà del letto a
trovare il corpo caldo e complice di una compagna, di una moglie.
Inutile tentativo: lei non c'è. L'appartamento dove vive pare vuoto, non
vissuto. Damien si aggira solo per le stanze. È lui a badare alla casa e
al figlioletto Noé,
ragazzino sveglio, occhialuto, spesso crudele e cinico per via di un
rapporto ambivalente con il padre, amato e disprezzato a un tempo.
Damien è il pilastro fondante della famiglia, Iva, quasi accessoria.
Pascal Bonitzer è sceneggiatore e regista di Cherchez Hortense,
sua opera numero sei dietro alla macchina da presa. Bonitzer si è
occupato di critica cinematografica per vent'anni (dal 1969 al 1989),
collaborando a tempo pieno per i prestigiosi «Cahiers du Cinéma», anche
dopo il suo debutto come sceneggiatore (prima) e regista (dopo).
Sceneggiatore cerebrale a sprazzi, ha raggiunto l'apice di autentica
ispirazione confrontandosi con il talento di Jacques Rivette per cui
scrive La bella scontrosa e i due episodi del "kolossal d'autore" Giovanna D'Arco. In qualità di cineasta opera fondendo la pellicola d'autore in opere sofisticate, quali Rien sur Robert (1999) e Petites coupures
(2002), mai distribuiti in Italia, collaborando con attori del calibro
di Daniel Auteuil, Emanuelle Devos, Ludivine Seigner e Pierre Arditi. In
Cherchez Hortense viene a consolidarsi il rapporto professionale con Kristin Scott Thomas, già diretta in Petites coupures.
Chi è Hortense? Non una donna, ma un uomo politico, personaggio
influente che risponde al nome di Henri (Hortance). Quando il fratello
di Iva si prodiga presso lei per venire incontro a un'amica della nuova
compagna, Damien viene caricato di una pesante zavorra: chiedere aiuto
al padre, celebre funzionario di stato, per
venire incontro a Zorica (Aurore), giovane serbo-montenegrina che vive
in clandestinità nella capitale francese. Un rapporto più che
conflittuale quello tra padre e figlio: il ritrovarsi condurrà il
protagonista allo sbaraglio, risucchiato in un vortice senza fondo.
Bonitzer rivela doti da cineasta di prima classe. Cherchez Hortense
è un'opera girata sul filo del trapezio, perennemente in bilico tra
dramma e commedia brillante. Dialoghi efficaci, scritti con cura:
praticamente perfetti gli scambi di battute tra Damien e Iva all'interno
dell'appartamento domestico, sorta di teatro da camera in interni in
cui la regista in carriera (una strepitosa Scott Thomas) si rivela
pervasa di egoismo. Donna che vive in un mondo impenetrabile, e che
rifiuta di condividere con il marito ("Il teatro è il mio spazio, il mio
mondo").
Eccellente la prova d'attore di Jean-Pierre Bacri, per una
volta in franchigia dal cinema della compagna di vita e di set Agnès
Jaoui. Cammineremo passo passo a fianco di un protagonista attanagliato
dal tormento, perennemente abbigliato di un cappotto nero, lugubre. La
scoperta dell'esistenza di Zorica e il successivo innamoramento per la
giovane spalancheranno all'uomo un raggio di luce inaspettato. Foglie
gialle mosse dal vento, alberi d'autunno. Una fermata ferroviaria
sperduta nella campagna francese. La coppia si avvia lenta lontano dai
binari. Da lontano un uomo cinese osserva la scena con attenzione mentre
nubi di fumo fuoriescono dalla sigaretta che trattiene tra le labbra.
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