Un
film di George Clooney
Con: Ryan Gosling, George Clooney, Philip Saymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood
Genere: Drammatico, thriller
Titolo originale: The Ides of March
Durata: 101 min.
Soggetto: Beau Willimon
Sceneggiatura: George Clooney, Grant Heslov, Beau Willimon
Produzione: George Clooney, Grant Heslov, Beau Willimon, Brian Oliver
Casa di produzione: Cross Creek Pictures, Exclusive Media Groupe, Smokehouse Pictures
Fotografia: Phedon Papamichael
Montaggio: Stephen Mirrione
Musiche: Alexandre Desplat
Scenografia: Sharon Saymour
Costumi: Louise Frogley
Con: Ryan Gosling, George Clooney, Philip Saymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood
Genere: Drammatico, thriller
Titolo originale: The Ides of March
Durata: 101 min.
Soggetto: Beau Willimon
Sceneggiatura: George Clooney, Grant Heslov, Beau Willimon
Produzione: George Clooney, Grant Heslov, Beau Willimon, Brian Oliver
Casa di produzione: Cross Creek Pictures, Exclusive Media Groupe, Smokehouse Pictures
Fotografia: Phedon Papamichael
Montaggio: Stephen Mirrione
Musiche: Alexandre Desplat
Scenografia: Sharon Saymour
Costumi: Louise Frogley
USA
2011
di
Chiara Roggino
Washington
D.C. : quartieri alti del lobbismo americano. Percorrendo K Street,
Farragut North è una stazione metropolitana come tante.
Liberamente
ispirato alle primarie democratiche del 2004 (e alla campagna
elettorale del governatore Howard Dean), “Farragut
North”
, dal nome dell’omonima fermata della Linea Rossa, è opera
dell’autore teatrale Beau Willimon. Nell’ottobre del 2008 la
produzione debutta al Teatro Linda di New York City riscuotendo uno
strepitoso successo. Tra i plaudenti, l’attore e cineasta americano
George Clooney. Risultato: nel 2011, il drammaturgo, incaricato dalla
Warner Brothers, scrive l’adattamento cinematografico della sua
pièce. La sceneggiatura sarà un lavoro a tre mani, tra Willimon,
Grant Heslov e lo stesso Clooney. “The
Ides of March”,
opera quarta dell’autore di “Good Night, and Good Luck”
debutterà in anteprima in apertura alla sessantottesima mostra del
cinema di Venezia, il 31 agosto. Negli Stati Uniti la distribuzione
del film ( effettuata Sony Pictures) inizia il 7 ottobre.
“Perché
se stai in questo lavoro diventi stanco e cinico”.
Sullo
sfondo di un politicare corrotto animato da inesauste brame di potere
ha luogo il processo di disumanizzazione dell’enfant prodige
Stephen Meyers ( Ryan Gosling), addetto stampa per la campagna
elettorale del governatore democratico Mike Morris ( George Clooney).
Un film circolare, “Le Idi di Marzo”: una pellicola che risente del proprio retroterra, squisitamente teatrale, tra entrate e sortite di scena congegnate ad arte, mai banali, catturate in un gioco di efficaci chiaroscuri dalla sapiente fotografia di Phedon Papamichael. Un giovane magro, volto pulito, fa il suo ingresso nel grande palcoscenico. L’attore cammina deciso, da sinistra verso destra: ne intuiamo la sagoma smarrita nel buio. Si ferma: un primo piano ravvicinato ( ora il volto è in piena luce). Sul ‘proscenio’ il personaggio ripete meccanicamente le sue battute: è una comparsa, uno dei tanti, Stephen Meyers. All’approssimarsi del the end , lo stesso uomo entra in scena. Nuovamente. Da destra a sinistra. Ad attenderlo una sedia da star, telecamere e luci.
Intorno al
nuovo divo, mani armeggiano al trucco, sistemano i microfoni. Il neo
direttore della campagna stampa è ora protagonista indiscusso, robot
tra i robot, meccanizzato, inumano, perfettamente inserito nel
Sistema.
“Le Idi
di Marzo”, liquidato da molti come parabola scontata e superficiale
sulla corruzione politica è in realtà molto di più. Clooney mette
in scena un vero e proprio ‘romanzo di formazione’. Protagonista:
Stephen Meyers, giovane ambizioso ma di puri e ingenui ideali.
“Governatore,
c’è una bella differenza tra me e Paul. Paul crede nella vitttoria
e farà di tutto per vincere. Io farò e dirò di tutto per ciò in
cui credo. Ma devo credere nella causa”.
Da un certo punto della vicenda in poi Stephen cadrà preda della
confusione più totale. Poco sarà sufficiente: scoprire che il
proprio idolo,
colui per
cui si è lavorato e lottato , non è la gemma di integrità che dava
ad intendere.
La
rivelazione
basterà
a rendere l’eroe dal cuore puro un semplice mortale dominato
dall’ubris, animato da vendetta e sfrenati sentimenti di rivalsa,
pronto a calpestare chicchessia per conquistare l’ambito seggio di
potere.
Il teatro
politico di Clooney mette in scena personaggi-attori che ripetono un
copione precedentemente appreso. Dignità e integrità sono parole
vuote, insegne luminose su uno schermo per essere ricondotte a una
labile memoria. “Perché
è il modo in cui ci presentiamo al mondo che conta. La dignità è
importante! L’integrità è importante! Il nostro futuro dipende da
questo”.
Vinto il
premio Brian a Venezia 2011, “Le idi di marzo” ottiene
quattro candidature ai Golden Globe 2012: miglior film drammatico,
miglior sceneggiatura non originale, miglior regista e miglior attore
drammatico ( Ryan Gosling).
Gosling
rinnova doti d’interprete fuori dal comune, imprimendo il proprio
nome tra i divi hollywoodiani che contano. Ma Le
Idi di
Clooney brillano di un cast complessivamente lungi dall’ordinario:
una gara tra talenti in cui a “sfigurare”
sarà forse il regista-attore nelle vesti del candidato Morris.
Rimarchevole la prova di un Paul Giamatti ( Tom Duffy, direttore
della campagna stampa avversaria) in stato di grazia. Tra gigionerie
da mestierante consumato e battute, parole buttate
lì,
apparentemente a caso, ma con meticolosa precisione attorale,
Giamatti dà vita a un personaggio sfaccettato nel più efficace dei
modi, coro e portavoce ideale di quel disumano cinismo, quella dote
drammaticamente necessaria al fare politica.